Tanto si è scritto e detto su questo ristorante, considerato oggi uno dei migliori al mondo, se non il migliore. Sempre più complicato è diventato riservare un tavolo per assaggiare le prodezze culinarie dello chef Renè Redzepi. L’asticella delle aspettative si innalza inesorabilmente. Redzepi inaugura il Noma nel 2003 ed in pochi anni conquista i due macaron della guida pneumatica, scalando vorticosamente le classifiche dei grandi ristoranti di tutto il mondo. Fra i suoi maestri i fratelli Pourcel di Montpellier, Thomas Keller e Ferran Adrià il quale gli ha virtualmente passato il primato nella classifica World Best 50′s di San Pellegrino proprio lo scorso anno.
Redzepì è indubbiamente il punto di riferimento indiscusso del movimento della nuova cucina scandinava. Ha creato una nuova consapevolezza in molti giovani cuochi che in lui si identificano, ha insegnato ad usare le materie prime del territorio e a non scimmiottare la cucina francese. Ha permesso di valorizzare prodotti sino ad allora sconosciuti per l’alta cucina.
Redzepi è riuscito a fare squadra ed a creare un movimento compatto di cui è il leader indiscusso, in poche parole è riuscito a fare sistema.
La sua è una cucina tendenzialmente “verde”, basata esclusivamente sui prodotti della sua terra: i fantastici prodotti del mare, il bue muschiato, alghe, funghi, muschi e licheni e tutto quello che il mondo vegetale può offrire, dalle erbe più rare e sconosciute alle tante radici commestibili che, nelle mani di René, prendono forma di piatti compiuti.
Il primo impatto con il Noma è quello di un luogo che trasmette felicità, il personale numerosissimo sia in sala che in cucina, accoglie tutti con un sorriso e tanta disponibilità.
Non è stato il pranzo della vita, chiariamolo subito, ma è stata comunque un’esperienza molto interessante con una cucina profondamente diversa, personale e per certi versi anche spiazzante. Una cucina piuttosto “fredda”, più assemblata che cucinata, ma tuttavia interessante. Sicuramente da provare cercando di capire quello che lo chef vuole trasmettere, senza preclusioni mentali e senza cercare paragoni con la nostra tradizione o con quella della grande cucina classica francese. Fatta questa doverosa premessa ci si rende conto di essere davanti a qualcosa di nuovo che ha profondamente cambiato la mentalità gastronomica di questa area e non solo. Davanti a uno chef che, è si molto bravo, ma è anche e soprattutto un esempio per tutta una generazione di cuochi che in lui crede e si identifica. Non è per nulla una cucina di “pancia” anche se alla fine ci si ritrova sazi e, pensando a mente fredda all’esperienza provata, mi rendo conto che la proposta è sicuramente coerente con il personaggio e con il territorio che rappresenta.
Siamo comunque di fronte a uno dei migliori ristoranti al mondo, almeno per quanto riguarda il complesso dell’offerta, si sta bene dall’inizio alla fine, coccolati e vezzeggiati come se si fosse gli unici clienti, ci si sente parte di un ingranaggio che gira alla perfezione. Questo è sicuramente il maggior pregio del Noma che, non bisogna dimenticarlo, è sold out sia a pranzo che a cena e dove si resta a tavola per quattro ore filate senza nessun affanno.
Abolita la possibilità di scelta alla carta la proposta è limitata a due soli menu degustazione uno da sette portate ed uno da dodici, in entrambi i casi preceduti da una decina di finger-food.
Di lui dicono che sia uno dei più influenti chef della scena gastronomica internazionale, il prodiglio culinario René Redzepi, 32 anni, ha letteralmente reinventato la cucina nordica. Come capo-cuoco e proprietario del sensazionale ristorante Noma, situato in un vecchio deposito riconvertito del porto di Copenaghen, in Danimarca, ha tracciato il suo stile offrendo una miscela inventiva di cucina nordica e balcanica, con una evidente enfasi sulle specialità territoriali come la carne di bue muschiato e il pescato locale.
Il sito Star Chef ricostruisce così la sua carriera. Con una formazione classica, Redzepi ha iniziato nel 1993 al ristorante di Copenhagen
Pierre André. Prima di aprire il
Noma nel 2003, Redzepi ha lavorato nel ristorante
Le Jardin Des Sens di Montpellier, in Francia (tre stelle Michelin); all’acclamato
el Bulli di Ferran Adrià’s a Roses in Spagna; al
The French Laundry di Thomas Keller (altro 3 stelle Michelin); e da ultimo, come sous chef di Thomas Rode Andersen al
Kong Hans Kælder, altro famoso ristorante di Copenhagen.
Da quando ha aperto il Noma, Redzepi e il suo ristorante sono stati più volte premiati. Migliore ristorante danese secondo le guide locali dal 2005, nel 2007 ha raggiunto il numero 15 di The World’s 50 Best Restaurant, la classifica dei 50 ristoranti migliori del pianeta secondo la rivista britannica Restaurant Magazine, mentre Redzepi è stato votato migliore chef non italiano al congresso di cucina Identita Golose. Il Noma ha ottenuto la prima stella nel 2005, la seconda nel 2007. Nel 2006, la guida Michelin ha segnalato Redzepi come “Chef emergente”.